Industria litica
L’unica materia prima attestata bei livelli epigravettiani di Riparo Tagliente per la confezione dei manufatti litici è la selce. Le considerazioni sull’impiego dei diversi litotipi sono attualmente basate sullo studio di un campione proveniente dal taglio/US 11. Le selci utilizzate provengono principalmente dalla Formazione del Biancone (82%), seguita da quella della Scaglia Variegata (13,6%), dai Calcari Grigi (2,3%) e dalla Scaglia Rossa (1,5%). Tutte queste materie prime sono disponibili entro un raggio di 15 Km dal sito e risultano essere state raccolte prevalentemente nei suoli residuali (39,8%), negli affioramenti o nel detrito roccioso (39,8%) e, in misura decisamente inferiore, nei depositi torrentizi (15,8%), nonostante la presenza assai prossima del Progno di Valpantena.
L’analisi tipologica dei manufatti ritoccati, basata sulla classificazione di G. Laplace (1964), ha permesso di evidenziare due fasi nell’evoluzione delle industrie litiche. La prima si riferisce agli insiemi litici attribuiti alla parte recente del Dryas antico (tt.16-11) e vede il prevalere dei bulini sui grattatoi: tra i bulini prevalgono i tipi semplici e tra i grattatoi i frontali lunghi. Nell’ambito degli strumenti a ritocco erto si registra un’elevata percentuale di troncature mentre le punte a dorso sono più abbondanti dei dorsi e troncatura. E’ presente qualche raro strumento a cran e i microbulini sono molto scarsi e del tipo a dorso.
La seconda fase, che comprende le collezioni datate tra la fine del Dryas antico e la prima parte dell’interstadio tardoglaciale (tt.10-4) vede il prevalere dei grattatoi sui bulini. Tra i grattatoi prevalgono i tipi frontali corti; si registra, inoltre, una diminuzione delle troncature e delle punte a dorso e un aumento dei dorsi e troncatura. E’ attestata la comparsa di sporadici geometrici e persiste la scarsità di microbulini; infine, compaiono elementi a dorso bilaterale.
Anche dal punto di vista degli obiettivi della scheggiatura è possibile individuare, nell’ambito della serie di Riparo Tagliente due diverse fasi: la prima, che comprende le collezioni provenienti dai tagli 17-12, attribuite alla parte recente del Dryas antico, evidenzia quattro catene operative, ognuna delle quali realizzata con uno specifico metodo di scheggiatura, mirando all’ottenimento rispettivamente di una sola gamma di prodotti, nella fattispecie lame, grandi lamelle, lamelle e schegge laminari.
La seconda fase considera i tagli 11-6 ed ha consentito di riconoscere ancora quattro catene operative; queste risultano, tuttavia, sviluppate tramite due soli metodi di scheggiatura: uno per la produzione di lame e schegge laminari, l’altro per il confezionamento di grandi lamelle e lamelle.
La prima fase vede prevede l’utilizzo del percussore organico per la produzione laminare mentre per quella successiva è attestato l’impiego della percussione diretta con la pietra.
Immagine:
Nucleo a lame
(foto: G. Cremona)