Aurignaziano

aurignazianoTra circa 40.000 e 30.000 anni dal presente, in Europa si ebbero due importanti fasi di miglioramento climatico, che modificarono sensibilmente l’assetto territoriale e le condizioni ambientali. La prima, tra 38.000 e 35.000 anni, è particolarmente evidente nelle regioni occidentali, la seconda, tra 32.000 e 28.000 anni, soprattutto in quelle orientali. Le condizioni climatiche più temperate e l’aumento delle precipitazioni favorirono l’affermarsi dei paesaggi forestali, come è mostrato dall’aumento delle specie legate ad ambienti boschivi. Tra questi due periodi temperati si interpone una fase di instabilità caratterizzata da una accentuata recrudescenza del clima, marcata nei depositi di grotte e ripari dall’aumento degli apporti crioclastici e nelle associazioni faunistiche dall’incremento delle specie legate ai paesaggi steppici.
E’ questo l’intervallo cronologico che in Europa vede l’estinzione dei Neandertaliani e la diffusione dell’Uomo moderno. Le evidenze archeologiche che accompagnano l’Uomo moderno sono etichettate con il termine di “Aurignaziano”.
Purtroppo i depositi che a Riparo Tagliente documentano l’arrivo dell’uomo moderno hanno subito un consistente processo di erosione durante il II Pleniglaciale würmiano, conservandosi soltanto su una modesta area, in corrispondenza del taglio della trincea (taglio 25), ove si svolsero i primi interventi di scavo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 dello scorso secolo. In questo punto la superficie di erosione viene a formare una sorta di dosso poco pronunciato e le testimonianze musteriane, aurignaziane e in parte anche quelle provenienti dai soprastanti livelli epigravettiani vengono a mescolarsi a causa di sconvolgimenti naturali e dell’azione antropica.
Nonostante i depositi aurignaziani siano conservati solo su una ristretta area del sito, questi hanno restituito diversi manufatti che indicano una produzione litica nettamente differente da quella musteriana. Gli scheggiatori dell’Aurignaziano sfruttavano nuclei carenoidi, piramidali e prismatici per la confezione di prodotti laminari e lamellari utilizzati come supporti per la fabbricazione di strumenti e di armature. Queste ultime, in particolare, venivano inserite su supporti di legno o altri materiali per formare armi da getto o strumenti compositi. Tipica del deposito aurignaziano di Riparo Tagliente è un’industria a carenati, caratterizzata da bulini e grattatoi a stacchi lamellari, che in gran parte vengono oggi interpretati come nuclei per la produzione di lamelle, associati alla presenza di lamelle Dufour (lamelle a ritocco erto marginale, prevalentemente alterno).

 

Immagine:
Industria litica dai livelli aurignaziani