Industria litica
I livelli del Paleolitico medio, riferiti alla cultura dell’uomo di Neanderthal nota come Musteriano, attestano un’intensa attività di lavorazione della selce, pietra di cui il territorio lessinico appare ancora oggi assai ricco. Le modalità di riduzione dei blocchi comprendono l’impiego di metodi di scheggiatura diversi: opportunistico, Levallois, discoide e laminare. La maggior parte della materia prima impiegata veniva raccolta lungo il Progno di Valpantena e ogni blocco di selce veniva sfruttato al massimo delle potenzialità al fine di produrre il maggior numero possibile di schegge. Tutte le tappe della scheggiatura avvenivano all’interno del sito e le schegge prodotte erano utilizzate direttamente o in seguito ad un’azione di trasformazione del margine chiamata ritocco, finalizzata ad ottenere tipologie diverse di strumenti.
L’industria litica musteriana proveniente dai tagli 52 - 41 è caratterizzata da una elevata incidenza della scheggiatura levallois e da una scarsa varietà tipologica.
E’ attestata la presenza di punte, raschiatoi laterali e di un certo numero di denticolati. Il metodo Levallois diminuisce salendo verso l’alto, fino al taglio 37 in corrispondenza del quale subisce una drastica riduzione. In questa parte della serie si assiste ad una maggiore diversificazione di tipi primari, anche con la comparsa di sporadici elementi leptolitici (bulini e grattatoi anche a muso) e di una maggiore variabilità dei raschiatoi, compresi i tipi latero-trasversali, più frequenti nel taglio 33.
Immagine:
Industria litica musteriana
(foto: M. Arzarello)