La comunicazione della CCSVI nella controversia sulla causa della Sclerosi Multipla
Le cause della Sclerosi Multipla (SM) sono ancora in parte sconosciute. Identificare il fattore scatenante della SM è fondamentale per individuare terapie efficaci e intervenire a livello di prevenzione. La teoria dominante nella comunità scientifica è quella di un'origine neurologica.
Nel 2009, il professor Zamboni presenta i risultati di uno studio che associa l'insorgere della SM a un’anomalia del flusso di sangue venoso che, a causa del restringimento delle principali vene cerebrali, non sarebbe in grado di drenare efficacemente il sangue dal cervello e dal midollo spinale. L'ipotesi Zamboni della insufficienza venosa cerebro-spinale cronica CCSVI (Chronic cerebrospinal venous insufficiency) è in contrasto con quella neurologica "standard".
Ne nasce un aspro dibattito internazionale che ha tutte le caratteristiche della controversia scientifica.
La controversia esce immediatamente dal campo medico scientifico, e attiva schieramenti contrapposti di pazienti, parenti e associazioni.
Il Web - soprattutto i social media - diventa terreno di elezione e amplificazione della controversia, al punto che nel 2011 la rivista Nature pubblica un commento dal titolo “The rise of people power” in cui si domanda quanto una mobilitazione sui social network possa influenzare le priorità di ricerca.
Il Laboratorio non entra in alcun modo nella controversia scientifica.
Il “Caso Zamboni” è invece interessante ed emblematico dal punto di vista della comunicazione scientifica per studiare il ruolo che il Web 2.0 ha giocato - in concorso con i media tradizionali - nella condivisione di esperienze dei pazienti e nella formazione di un’opinione pubblica in grado di influenzare la ricerca.
In questa prospettiva, a partire dal 2013 il Master in "Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza" ha avviato una propria ricerca che ha portato a risultati che aprono originali prospettive interpretative, rispetto alla iniziale ipotesi espressa su Nature.