Musica per l'atomo al Teatro Comunale di Ferrara

MUSICA PER L’ATOMO

Parole e musica sul tema dell'atomo, fra scienza e opinione pubblica.

Sabato 25 giugno alle ore 21 presso Ridotto del Teatro Comunale, il Master "Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza" dell’Università di Ferrara organizza una conferenza- spettacolo sul tema della ricerca scientifica sull’atomo e sulla percezione presso l’opinione pubblica delle conseguenze  delle tecnologie nucleari. Il percorso musicale fra l’ampia produzione dedicata a questi temi sarà guidato da Manuela Cirilli, fisico presso il CERN di Ginevra e da Gianluca Carta, musicista e divulgatore scientifico.

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Fascino inestinguibile per lo starno mondo infinitamente piccolo delle particelle atomiche e rifiuto categorico delle tecnologie nucleari. Ricerca del Sacro Graal del bosone i Higgs (la Particella di Dio, che, forse tiene insieme tutto il nostro Universo) e ostracismo per ogni forma di energia che derivi dalla manipolazione dell’atomo. È in questo scenario – solo apparentemente contraddittorio – che si muove l’immaginario collettivo quando pensiamo al mondo dell’atomo. Il percorso musicale organizzato dal Master "Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza" esplora questo scenario con l’aiuto di esperti che propongono e commentano brani musicali Pop, e progetti di “messa in musica” di dati ed esperimenti scientifici realizzati da musicisti e scienziati. Un viaggio che ci porta a conoscere come “suona” il plasma di quark e gluoni che si genera nelle stelle e negli acceleratori di particelle, e come la musica Pop, a partire dai tempi di Einstein, ha scritto una “ballata per disastro nucleare” lunga ormai più di mezzo secolo.

“I linguaggi musicali, ha dichiarato Michele Fabbri, condirettore del Master ferrarese e docente di Arte e Scienza presso il Master in Comunicazione della scienza della Scuola Internazionale Superiore Studi Avanzati di Trieste, sono particolarmente utili per capire il complesso scenario dell’immaginario pubblico sul nucleare. Da una parte questi linguaggi aiutano a intuire fenomeni fisici difficilmente spiegabili e ci avvicinano al fascino che queste scoperte implicano, dall’altro sono una testimonianza inoppugnabile di come dal dopoguerra si sia formata un’opinione pubblica attenta e consapevole dei pericoli del nucleare. Una consapevolezza che quando si esprime in fenomeni di massa come la musica pop diventa fenomeno sociale inarrestabile e determinante”

Secondo Marco Bresadola, storico della scienza e direttore del Master presso l’ ateneo ferrarese “la divulgazione e la comunicazione scientifica oggi non possono limitarsi alla comunicazione sui tradizionali mass media e ai circuiti accademici. Molti altri soggetti entrano in campo nel formare l’opinione pubblica sui grandi temi che interessano e coinvolgono i cittadini. Anche in ambito accademico la ricerca deve aprirsi alle nuove realtà e ai nuovi linguaggi. In questi ultimi anni le espressioni artistiche più innovative hanno incontrato la scienza proprio sul terreno della comunicazione di massa. Il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza già da alcuni anni propone percorsi di ricerca, attività didattiche ed eventi aperti a tutta la cittadinanza che vanno dal teatro alla musica”.

Manuela Cirilli lavora al Progetto ATLAS all’LHC (Large Hadron Collider, il più potente acceleratore di particelle) di Ginevra, e coniuga la sua attività di fisica con la passione per la divulgazione scientifica (ha conseguito il Master in questo campo presso l’ateneo ferrarese). Sarà Manuela a guidare la prima parte del viaggio musicale. Immaginando di diventare minuscoli quanto un protone, sarà possibile entrare nel cuore di LHC e ascoltare le particelle che collidono. Mentre con “The Sound of the Little Bang”, nato dalla collaborazione fra scienziati ed artisti, è possibile ascoltare i “Piccoli bang”:  il nome che i fisici danno familiarmente alle collisioni fra nuclei pesanti che riproducono le condizioni della materia qualche milionesimo di secondo dopo il Big Bang.

Gianluca Carta, comunicatore scientifico e musicista, si muove sull’altro versante: quello della musica Pop come elemento del formarsi di un’opinione pubblica preoccupata delle conseguenze dello sviluppo delle tecnologie legate al nucleare per scopo bellici, ma anche – e, in questi ultimi tempi, soprattutto – civile. Un percorso quantomai ricco di produzioni e nomi famosi: dalle prime ballate folk americane dell’immediato dopoguerra a Uranium dei  Commodores e  RadioactivityGeiger Counter dei Kraftwerk a Roulette di Bruce Springsteen, a Russians di Sting, fino alle produzioni dedicate a Chernobyl e al recente disastro di Fukushima.